Decreto Coesione è Legge dello Stato. Fitto: E’ modello orientato ai risultati

3 luglio 2024

“Con l’approvazione alla Camera il Decreto Coesione è Legge dello Stato. Siamo di fronte a un importante traguardo per il Governo e ad un segnale di cambiamento per il Paese, perché questa riforma restituisce trasparenza e responsabilità alla gestione dei fondi della coesione, recuperando i ritardi del passato e rendendo più efficaci gli investimenti della politica di coesione”: è quanto dichiara il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione ei PNRR Raffaele Fitto.

“L’obiettivo prioritario della riforma è quello di introdurre nella politica di coesione il modello orientato ai risultati - già sperimentato con successo nel PNRR - attraverso l’individuazione dei settori prioritari strategici degli interventi e un sistema di cronoprogrammi e verifiche periodiche. Questi presupposti permetteranno di migliorare la qualità della spesa e consentiranno alla politica di coesione di incidere concretamente sullo sviluppo dei territori e sull’incremento della qualità della vita dei cittadini.
La riforma, condivisa con la Commissione europea, è frutto di un percorso comune anche con le Regioni, le Province e i Comuni. Il decreto ha ricevuto, infatti, il parere favorevole della Conferenza unificata, al netto del parere contrario di una sola Regione. E a chi, in questi giorni, ha provato ad accusarci che questo processo di riforma avrebbe ostacolato la spesa, ricordo che dal dicembre del 2022, da quando sono entrati in vigore l’accordo di partenariato e quindi le decisioni previste per i singoli programmi, nulla ha impedito di spendere le risorse.
La nuova legge contiene disposizioni importanti, fra queste, anche quelle che consentono alle Regioni che non hanno ancora firmato gli Accordi di coesione (Campania, Puglia e Sardegna) l’assegnazione delle risorse ad esse imputate programmaticamente per la realizzazione di interventi di pronta cantierabilità”, spiega il Ministro.

“Non solo”, prosegue. “La legge prevede la destinazione alle Regioni del Mezzogiorno delle risorse del Fondo perequativo infrastrutturale, nonché l’incremento nella misura 40% delle risorse dei fondi pluriennali di investimento già istituti e delle risorse dei programmi di spesa in conto capitale finalizzati alla crescita o al sostegno degli investimenti di nuova istituzione.
Il decreto - legge contiene, infine, specifiche disposizioni relative ai programmi finanziati dalle risorse della politica di coesione europea 2021-2027 di titolarità delle Amministrazioni centrali, allo scopo di:

  • sostenere l’occupazione e rendere più efficiente il mercato del lavoro nelle regioni del Mezzogiorno;
  • contrastare la povertà educativa e di migliorare l’offerta educativa, anche di tipo tecnico – professionale;
  • favorire la mobilità, anche dall’estero, verso le aree del Mezzogiorno e di rafforzare il capitale umano dedicato allo sviluppo e al funzionamento delle infrastrutture di ricerca nelle aree del Mezzogiorno;
  • sostenere la rigenerazione urbana, contrastare il disagio socio-economico e abitativo nelle aree caratterizzate da rilevanti criticità sociali ed economiche, nonché per promuovere la mobilità «green», l’inclusione e l’innovazione sociale, nei territori delle Città metropolitane;
  • sostenere gli investimenti nelle aree industriali produttive ed artigianali localizzate nei comuni superiori a 5.000 abitanti ubicati nelle regioni del Sud;
  • promuovere le iniziative relative ai luoghi della cultura;
  • rafforzare i presidi di legalità e gli strumenti di prevenzione e il contrasto dei fenomeni criminali nelle aree del Mezzogiorno”, conclude Fitto.
Torna all'inizio del contenuto