La politica di coesione europea, o politica regionale, ha le sue origini nel trattato di Roma del 1957 che istituisce la Comunità economica europea che richiede “interventi speciali” per promuovere uno “sviluppo armonico” dei territori della Comunità. Viene istituito il Fondo Sociale Europeo (FSE) per sostenere l’occupazione e assicurare opportunità lavorative più eque.
Nel 1975 viene istituito il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) finanziando singoli progetti scelti dagli Stati Membri.
Nel 1988 viene varata una riforma che definisce la politica di coesione vera e propria e i Programmi Operativi del ciclo 1989-1993 con obiettivi prioritari e geografici. Vengono introdotti 4 principi fondamentali: concentrazione sulle regioni più arretrate, coinvolgimento del partenariato economico e sociale, programmazione pluriennale e addizionalità delle risorse che non devono sostituire quelle ordinarie dei singoli Stati.
Con il ciclo 1994-1999 si osserva, a livello europeo un ulteriore rafforzamento delle politiche di coesione, con un maggiore coinvolgimento dei livelli di governo territoriale e l’istituzione del Fondo di coesione per la riduzione delle disparità economiche e sociali e per la promozione dello sviluppo sostenibile. Il Fondo di coesione assiste gli Stati membri con un reddito nazionale lordo pro capite inferiore al 90% della media dell'Unione europea e non riguarda pertanto l’Italia. Complessivamente, nel ciclo 1994-1999, le risorse dei fondi strutturali e di coesione vengono raddoppiate rispetto ai periodi precedenti fino a costituire un terzo del bilancio dell'UE. Alle risorse dei Fondi Strutturali sono sempre da accompagnare risorse del singolo Stato Membro quale cofinanziamento nazionale obbligatorio per il quale, per ogni ciclo di programmazione, sono previste soglie minime e massime per i diversi ambiti territoriali ammissibili.