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Valle Arroscia

“Dove le Alpi scendono al mare” descrive perfettamente la peculiarità delle valli dell’estremo ponente ligure ed in
particolare della Valle Arroscia. La valle comprende 11 comuni, tutti completamente montani: Armo, Aquila
d’Arroscia, Borghetto d’Arroscia, Cosio d’Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pieve di Teco Pornassio, Ranzo, Rezzo e Vessalico, per una superficie di 254 Kmq (circa un quarto della provincia di Imperia) ed un totale di 4.435 abitanti distribuiti su oltre 40 frazioni. Pur presentando forti elementi di omogeneità, la verticalità della struttura orografica, relativa al forte dislivello altimetrico in uno spazio limitato, influenza diversi aspetti della valle. Ci si trova di fronte alla compresenza e alla fusione di due mondi: quello alpino e quello mediterraneo; anche le attività umane tradizionali rispecchiano questa varietà. Le maggiori criticità dell’area sono una popolazione residente contenuta, in calo nell’ultimo decennio e molto frammentata sul territorio e un’elevata quota di popolazione anziana (over 65 oltre il 30%) oltre al calo delle imprese attive poiché di piccole dimensioni e in un’area mal collegata fisicamente e digitalmente.

La strategia fa leva sulla valorizzazione del Parco delle Alpi Liguri, che ospita diverse aree SIC e si caratterizza per una ricca biodiversità, del patrimonio paesaggistico-storico-culturale di alto pregio, che comprende la scuola dei maestri lapicidi di Cenova, il movimento situazionista a Cosio d’Arroscia, i palazzi di Pieve di Teco e il teatro Salvini, la scuola di Guido da Ranzo e infine di un settore agricolo ed agroalimentare, con diversi prodotti tipici (tra cui prodotti da forno e della pastorizia, l’Ormeasco, lo «sciach-trà» e il «pigato»). L’obiettivo è realizzare un progetto di sviluppo a lungo termine, fondato sulla responsabilità sociale di un territorio coeso e con la tenuta di Cooperative attive sul territorio (tra cui una cooperativa di comunità) e sulla tutela del paesaggio e la protezione del territorio, mirando al miglioramento della qualità della vita delle comunità locali e all’incremento dell’attrattività turistica, attraverso il potenziamento e la qualificazione dei servizi essenziali, la diminuzione del digital divide e la valorizzazione delle vocazioni territoriali. Il turismo escursionistico e lo sport all’aria aperta, estivo e invernale, le peculiarità agroalimentari (presidi Slow Food, Terra Madre, Prodotti e Cucina Certificata), l’artigianato, il commercio, l’arte e la tradizione, se opportunamente valorizzate economicamente, diventano volano per creare opportunità di lavoro, in un’ottica di crescita dell’economia locale, a sostegno dell’imprenditoria giovanile già esistente, e punto di attrazione per l’insediamento di nuove persone e famiglie, invertendo il trend demografico negativo.

La strategia si sviluppa attraverso tre ambiti di intervento relativi alle filiere locali, al turismo sostenibile e ai servizi alla popolazione, che necessariamente devono prevedere azioni coordinate ed integrate. Gli obiettivi che la strategia intende perseguire possono riassumersi in:

  • Valorizzare le peculiarità del territorio per aumentare l’attrattività turistica;
  • Migliorare l’accessibilità dell’area attraverso una riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico locale, per agevolare gli spostamenti all’interno dell’area di residenti e turisti;
  • Potenziare l’offerta formativa, per incentivare la permanenza dei giovani in contesti formativi del territorio e migliorarne le competenze chiave in relazione alle vocazioni del territorio;
  • Aumentare la possibilità di mantenimento della popolazione presso il proprio domicilio e preservare la coesione del tessuto sociale.
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